Vi è mai capitato di ritrovarvi ad avere sintomi tra i quali mal di testa, dolori muscolari, o ancora problemi gastrointestinali? E’ già successo che dopo accertamenti clinici specifici i risultati non dicessero molto dal punto di vista organico? In pratica che i valori fossero regolari e che non vi fosse traccia di condizioni mediche particolari?
Se accusiamo una sintomatologia fisica specifica e ci viene detto che probabilmente è stress o somatizzazione, forse in un modo più o meno appropriato si sta parlando di psicosomatica.
Mente e corpo sono strettamente correlati e interdipendenti: qualsiasi esperienza di vita in ambito lavorativo, scolastico, familiare, amicale e sentimentale viene percepita e vissuta dalle persone a livello cognitivo (pensieri su quell’evento e su se stessi in relazione a quell’evento), emozionale(emozioni che si provano in quella situazione), sensoriale (sensazioni fisiche conseguenti o che anticipano l’esperienza) e comportamentale (i comportamenti e le azioni concrete che assumiamo durante quella esperienza).
Questa modalità di “fare esperienza” che accade lungo tutto l’arco della nostra vita si verifica per eventi piacevoli o spiacevoli, positivi o negativi, eventi alla nostra portata (in riferimento alle risorse che abbiamo per affrontare quella situazione) oppure troppo stressanti per le energie che abbiamo in quel dato momento. Quando gli eventi sono alla portata, positivi o piacevoli non abbiamo particolari problemi ad affrontarli e viverli pienamente. Quando invece gli eventi sono quelli difficili e spiacevoli, ecco che il nostro organismo (mente e corpo) si attiva e ci comunica qualcosa.
Ad esempio, davanti ad un colloquio di lavoro, una nuova conoscenza sentimentale, una conversazione importante da fare in famiglia o un esame universitario proviamo emozioni (Es. paura o ansia), pensieri (“Potrebbe andarmi male, forse non valgo così tanto”), sensazioni fisiche (batticuore, nodo alla gola o mal di pancia) e di conseguenza assumiamo comportamenti che risentono di tali aspetti (Es. decidiamo di affrontare il problema o di rinviarlo perché troppo faticoso: “non faccio l’esame oppure desisto dall’andare a conoscere una nuova persona”).
Negli eventi di vita stressanti e spiacevoli si possono provare emozioni negative quali il rimpianto, la paura, l’ansia, il senso di colpa, l’angoscia, l’imbarazzo; tali emozioni mantengono il corpo e il sistema nervoso costantementi attivati e, dopo tempi lunghi, possono arrivare a stressare l’individuo. In tale condizione, è probabile accusare sintomi fisici che si acutizzano soprattutto negli organi più deboli e “attaccabili”. Questa è una reazione del corpo allo stress ed è la cosidetta somatizzazione.
I sintomi fisici più comuni che possono avere una componente psicosomatica sono:
Nota: Come specificato in precedenza tale sintomatologia non è indicativa del solo aspetto psicologico ma, in caso di esclusione di aspetti rilevanti prettamente organici opportunamente approfonditi con gli specialisti adeguati (Es. Approfondimenti con specialista in cardiologia in caso di tachicardia), si può prendere in considerazione l’ipotesi che ci sia una componente psicosomatica, dove la psiche e le reazioni cognitive, emotive, sensoriali e comportamentali agli eventi stressanti possono condizionare e influenzare l’insorgenza e l’intensità della sintomatologia descritta.
Le reazioni emotive agli eventi, i pensieri su di sé e sulle situazioni difficili hanno, come detto in precedenza, un’influenza molto intensa sulla percezione del dolore, del sintomo e della sofferenza stessa in una determinata condizione psicosomatica. Stress e costante preoccupazione e ansia favoriscono l’aggravamento di alcuni organi, più sensibili e deboli rispetto ad altri e incrementano il disagio psicologico che porta a somatizzare.
Se chi sente di essere in questa condizione intraprende autonomamente dei percorsi che mirano alla cura del corpo e della mente, tra i quali esercizio fisico, fitness e sport, ma soprattutto attività quali la meditazione attraverso la mindfulness, lo yoga e altri esercizi che lavorano sul miglioramento dell’equilibrio psicofisico, sulla respirazione, rilassamento e visualizzazione, allora noteranno nel tempo un graduale miglioramento della propria sintomatologia psicosomatica.
E’ tuttavia importante individuare i principali fattori di stress e insoddisfazione che possono attaccare gli organi deboli in questione tutte le volte che quella situazione si ripresenta. Questo ai fini di prevenire un accumulo di stress che poi porta alla somatizzazione e per capire quali alternative creare alle nostre risposte abitudinali a quegli eventi. Analizzando le variabili in gioco si può trovare un modo nuovo di affrontare gli stressor di vita.
Lo psicologo e lo psicoterapeuta sono due figure che aiutano a sciogliere gli aspetti sensoriali, emotivi e cognitivi associati a situazioni stressanti di vita, e ad individuare quali sono gli aspetti psicologici che influiscono sull’intensità e frequenza della sintomatologia psicosomatica descritta in precedenza. Tali figure sono sicuramente un aiuto e sostegno a tutti coloro che vogliono approfondire di cosa soffrono e come fare ad uscirne, quando non ce la fanno da soli.
Prevenire e ridurre lo stress e l’ansia, migliorare l’equilibrio emotivo sono due obiettivi importanti da raggiungere in un percorso di psicoterapia. La terapia cognitivo-comportamentale (vedi approfondimento) agisce in tal senso.
Dott. Martino Miccoli
Psicologo Psicoterapeuta a Reggio Emilia